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Piano di Zona dell’Olgiatese

L’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito Territoriale dell’Olgiatese ha approvato in data 12/12/2024 il nuovo Piano di Zona.

Piano di Zona

Allegati

Il Piano di Zona, giunto ormai alla sua ottava stesura, è lo strumento privilegiato per delineare le strategie di programmazione sociale di un territorio che, in continuità con gli anni precedenti, lavora nell’ottica dello sviluppo di un welfare generativo che sappia produrre coesione sociale.

La programmazione per il triennio 2025-2027 riflette l’esperienza maturata attraverso i precedenti Piani di Zona, in un percorso di crescita e di continuo aggiustamento e adattamento al mutare delle condizioni.

Il contesto appare sempre più connotato da senso di precarietà, sono evidenti gravi emergenze lavorative ed abitative, problematiche legate ai flussi migratori e all’interazione tra culture diverse, è acuito lo sfilacciarsi dei legami familiari e la difficoltà degli snodi educativi. Una risposta che guardi solo alla distribuzione delle risorse pubbliche o “alla richiesta” delle risorse economiche assegnate all’Ufficio di Piano ed ai Comuni appare quanto mai superata ed inefficiente.

Il Consorzio ha intrapreso un percorso di rigore metodologico, in collaborazione ormai decennale con l’Università di Padova, che si caratterizza per una visione chiara dei ruoli in campo, per un metodo applicabile a ciascuno e per la costante misura degli effetti delle azioni intraprese.

Il contesto in cui si inserisce la nuova programmazione zonale risente ancora oggi, seppure in modo indiretto, degli effetti della complessa fase della pandemia, che ha coinvolto e condizionato l’intera comunità umana e non solo chi è stato direttamente toccato a livello di salute, insegnandoci prioritariamente a riflettere su cosa sia risorsa. Emergono bisogni legati ai mutamenti sociali causati dalla pandemia e, con il ritorno ad una organizzazione della quotidianità sempre meno emergenziale, si rende evidente come isolamento sociale, carenza di relazioni e mutati stili di vita, si riflettano sui comportamenti.

La situazione di criticità in pandemia ha funzionato da catalizzatore di una imprevedibile attivazione delle persone, delle organizzazioni, degli enti, delle associazioni, dei volontari, delle reti informali, dei giovani, che si è declinata in molteplici contributi volti alla cura delle fragilità emerse sul territorio in un momento estremamente sfidante. Una risorsa non economica, bensì di umanità attiva, operosa, abile, attenta, dal valore inestimabile. Una evidenza quest’ultima che non può essere semplicemente archiviata.

La responsabilità pubblica, nel tracciare una rotta per gli anni a venire, deve considerare che le collaborazioni tra cittadini sono la naturale risposta al bisogno e che ciascuno, di fronte alla difficoltà, può rappresentare una valida risposta.

Ancora oggi, quotidianamente e costantemente, sebbene non vi sia un’emergenza eclatante in corso siamo esposti ad accadimenti che non possiamo del tutto prevedere, viviamo in un contesto di incertezza che non può essere eliminata stante la complessità del sistema. Nonostante ciò, come abbiamo accennato pocanzi, l’esperienza degli anni passati ha dimostrato che siamo assolutamente capaci di affrontare tale incertezza là dove decidiamo consapevolmente di potenziare la più significativa delle risorse di cui disponiamo: la coesione della Comunità.

La coesione, che aumenta e si rafforza al crescere delle interazioni tra tutti i soggetti che compongono la Comunità, deve diventare risorsa utilizzabile non solo nei momenti di emergenza, di criticità estrema, di disagio diffuso, bensì essere risorsa strutturale, componente stabile di un tessuto sociale che voglia generare crescita, benessere, condivisione, cura e attenzione alla fragilità in un’ottica di welfare generativo, che affianca e supporta gli interventi più assistenziali (laddove questi ultimi siano necessari).

È dunque risorsa qualsiasi materiale, prodotto, servizio e membro della specie umana che, nell’interazione, genera un contributo per la Comunità.

Il Piano di Zona dell’olgiatese vuole strutturare in questa ottica di corresponsabilità competente della Comunità la pianificazione delle risorse dell’Ambito, con una attenzione particolare all’uso e non al consumo delle stesse.

Sono strategie salienti del Piano di Zona e dell’attività coordinata dei Comuni dell’Ambito:

Sono strategie salienti del Piano di Zona e dell’attività coordinata dei Comuni dell’Ambito:

  • Promuovere l’uso e non il consumo delle risorse. Le risorse da usare (e non consumare) sono sia quelle economiche sia le risorse legate alla capacità di interazione, condivisione, co-progettazione, messa in rete, informazione, generatività, nell’ottica della coesione comunitaria che presuppone il contributo attivo di ciascun community holder, per le proprie responsabilità e nel proprio ruolo;
  • Promuovere la progettazione personalizzata. Il focus è sulla specificità unica di ogni cittadino, minore, anziano, disabile, famiglia, lavoratore. Non è prioritario per l’ambito essere “erogatore di prestazioni”, bensì essere “progettista” di percorsi di attivazione che partono dalle risorse che ciascuno può mettere in campo, costruendo intorno a queste una risposta personalizzata ed unica, non standardizzata. Gli interventi più marcatamente assistenziali sono residuali ed implementati solo là dove non è possibile valorizzare risorse e capacità personali (situazioni gravemente compromesse);
  • Promuovere competenze e non limitarsi ad una mera risposta adattiva ai bisogni ed alle esigenze espresse dal territorio. L’accrescimento delle competenze di ogni community holder, sia esso cittadino, organizzazione, associazione o rete informale, consente di ridurre i bisogni e, di conseguenza, di meglio indirizzare l’uso delle risorse. L’incertezza diventa occasione per cambiare la domanda, strumento per introdurre opportunità di evoluzione;
  • Promuovere corresponsabilità. Indispensabile, nell’affrontare le sfide di un sistema complesso ed incerto, che non vi sia una delega a pochi soggetti del territorio, per esempio ai servizi specialistici, bensì una responsabilità diffusa, che consenta di mettere in rete le competenze di ciascuno a supporto di esigenze e fragilità;
  • Rafforzare la gestione associata. Sempre di più ci si muoverà verso una gestione associata di servizi e risorse, in una cornice condivisa ed omogenea sul territorio, che permetta di raggiungere quei livelli essenziali delle prestazioni sociali che definiscono i target minimi auspicabili di servizi, prestazioni e diritti a cui i cittadini devono poter accedere ovunque risiedano ed in qualunque condizione si trovino, affinché a tutti siano riservate le giuste attenzioni, al fine di prevenire situazioni di disagio e di esclusione;
  • Fruizione e Semplificazione: I modelli organizzativi devono essere pensati ex-ante, al momento della costruzione della nuova offerta, con già l’obiettivo del facile accesso da parte del cittadino. Le modalità di erogazione attuali invece, devono essere costantemente essere messe in discussione, non solo alla ricerca di efficienza ed efficacia ma anche con uno specifico focus sulla reale possibilità per i destinatari di potersi orientare ed accedervi. Modelli più semplici presuppongono che l’erogatore si faccia carico anche di questi obiettivi e che si sobbarchi elementi procedurali tali da rendere la vita dei cittadini più semplice anche se, dal punto di vista organizzativo, occorre fare qualche sforzo all’interno di ciascuna organizzazione. Siano le organizzazioni ad adattarsi ai cittadini fragili e non viceversa.

Un welfare generativo, quello perseguito dal Piano di Zona, che supera il modello tradizionalmente fondato sul consumo e sulla delega, e privilegia le sperimentazioni che hanno come obiettivo quello di integrare le risorse esistenti, economiche ed umane, professionali, di competenze, di collaborazioni, di progettazioni condivise. Un welfare che mette a sistema competenze diverse in una cornice di corresponsabilità e di sostenibilità nel tempo, e che vede un ruolo attivo di quanti più attori territoriali, come generatori di cambiamento.